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Sarà possibile ritirare le Colombe o l’Albenzola direttamente al Ristorante Collina nei giorni di apertura o previo appuntamento da concordare telefonicamente.
Le forme di pagamento disponibili sono:
COLOMBA TRADIZIONALE da un chilogrammo € 38,00
Ingredienti: farina, candito arancia, , burro, acqua, malto, lievito madre, miele, tuorlo, sale, zucchero, cioccolato bianco, vaniglia.
Glassa: amido mais, zucchero, albume, farina di nocciola e mandorla, mandorla
Questa è la colomba pasquale come vuole la tradizione, realizzata con ingredienti italiani di primissima qualità e con i tempi di lievitazione canonici dei grandi lievitati. Priva di conservanti, coloranti e aromi di sintesi.
COLOMBA “SACHER” da un chilogrammo € 42,00
Ingredienti: farina, cioccolato fondente, burro, acqua, malto, lievito madre, tuorlo, sale, zucchero, vaniglia, albicocca candita e passata di albicocca
Glassa: cioccolato 55%, olio di riso
La colomba “Sacher”, citazione della grande invenzione ottocentesca d’arte bianca che l’allora sedicenne viennese Franz Sacher realizzò per il diplomatico Klemens von Metternich, è destinata ai veri cultori del cioccolato. A caratterizzarla, è il cioccolato in una triplice presenza: nell’impasto, in gocce all’interno e sottoforma di una croccante e golosissima glassa. Le albicocche, altro fondamentale ingrediente del capolavoro viennese, sono presenti all’interno sia in polpa sia in pezzi. Priva di conservanti, coloranti e aromi di sintesi.
Albenzola® da 750 grammi € 38,00
Ingredienti: farina, lamponi di Albenza, burro, acqua, malto, lievito madre, miele, tuorlo, sale, zucchero, cioccolato bianco
Glassa: amido mais, zucchero, albume, farina di nocciola e mandorla
Priva di conservanti, coloranti e aromi di sintesi.
C’era una volta, e ancora c’è…
Da ragazzino, non appena terminato l’anno scolastico, inforcavo la bici cross per andare all’Albenza a raccogliere lamponi.
Già alla metà di maggio si iniziava a dire:
“Ède mia l’ura che ‘l fenése la scöla per indà a regòi i matù!”
Ci andavamo in tanti a raccogliere i “matù” (lamponi in dialetto bergamasco), ragazzini, casalinghe, pensionati.
E ci piaceva.
Si racimolavano un po’ di spiccioli lavorando a cottimo dall’alba al tramonto tra filari rigogliosi e profumati, era il nostro CRE. Si sudava, ci si raccontava storie, si giocava e spesso si assaggiava, ma soprattutto si raccoglieva alacremente per rendere più cospicua possibile la pesata della sera sulla “basacüla”, la bilancia bascula.
Era l’Albenza degli anni settanta e ottanta, una località nel comune di Almenno San Bartolomeo che porta lo stesso nome del monte che la sovrasta. Un minuscolo borgo, per alcuni decenni interamente dedito alla coltivazione del piccolo frutto, e che ancora oggi, seppur con una produzione decimata, lega indissolubilmente il suo nome a quello del lampone.
A queste cose ho pensato, quando ho ideato l’Albenzola.
Volevo rievocare una storia contadina, un’epopea di gente laboriosa e disin- cantata, un via vai di ragazzini schiamazzanti, casalinghe civettuole e anziani seriosi.
E soprattutto volevo che si potesse portarla con sé, regalarla, spedirla lontano.
Insomma, volevo che, pur senza conservanti si mantenesse quel tanto che basta a rendere possibile questa condivisione nel tempo e nello spazio.
Giovanni, Barbara, Alessandro e Delia hanno magistralmente saputo tradurre i miei intendimenti, dando forma e gusto a un ricordo, a un sentimento.
Un grazie va anche a Cesare Rota Nodari, che con entusiasmo da ragazzino (quale nell’animo è rimasto) ha realizzato il logo e contribuito alla definizione formale dell’Albenzola.
L’augurio di tutti è per Albenza e i suoi produttori, che possano dare seguito, in tempi moderni, a questa favola dal sapore antico.
Mario
La vita dei nostri lievitati, essendo senza conservanti è di 30 giorni. Si consiglia di conservarli in ambiente asciutto e fresco e di portarli a leggero tepore prima di degustarli.
Prodotti soggetti a calo di peso naturale.